martedì 20 aprile 2021

TRAGITTI -

In Sicilia ho capito alcune cose importanti e altre le ho definitivamente eliminate dal mio bagaglio esistenziale. Le idee e le sensazioni cresciute con me negli anni dell’adolescenza in sella ai pedali di una bicicletta tra i filari di pioppi della bassa padana sono diventate forti e chiare dopo aver riattraversato lo stretto.

giovedì 15 aprile 2021

L'ALTRA SCRITTURA -

Si scrive per camuffare o vestire di sé l’altra scrittura, quella che ci portiamo dentro, quella che non lascia spazio a svolazzi sintattici e che non degna nessuno di benevolenze temporali. Ho scritto in anni lontanissimi quando non pensavo nemmeno lontanamente che il mio scrivere potesse rappresentare un simulacro esterno come un libro. Ne sono uscite cose come quelle che leggete: sono la mia verità? Sì lo sono e possono essere tenute in mano liberamente. I Media li leggo, li vedo, a volte li "sento" ma so perfettamente che è un momento: se ne andranno o peggio diranno cose terribili per me. Li rispetto e spesso non sono stato ricambiato: è il web, l'umanità, la cultura, la stupidità, la noia e l'abitudine. Siamo noi. Non ci sono guru nel mio panorama culturale, io sono sullo stesso livello di chiunque altro, appena mi colpiscono in modo becero divento di una spanna superiore sotto tutti gli aspetti. Non ho mai incontrato un'idea assoluta o un assoluto giusto. Siete tutti relativi, siamo tutti improbabili.

VIA FESTA DEL PERDONO- IL MOVIMENTO


Dimmi che non è stato poi
male,
non tanto, per noi che abbiamo
sconfessato le regole
del gioco.
Conficcami nel cuore il chiodo
del mio eskimo
fai che il mio sangue fluisca
al ritmo dei miei capelli che
ondeggiano lungo la
strada.
Giurami che averci provato
basta a ricordarci
che fummo vivi
e sbagliati.
Chiudimi gli occhi
apri il mio sguardo
al ghigno beffardo di
non esserci riusciti.
Io ben ricordo l’ideologia
Il bisturi affilato che
separò le scene della mia
vita
e tu dimmi che non è stato poi
male.

lunedì 12 aprile 2021

domenica 11 aprile 2021

A MACCHIA D'OLIO


Sarebbe necessario avere un'idea precisa del termine "Nazione", del suo significato culturale in senso lato, storico, culturale e religioso: in rete pare ce l'abbiano in pochi e si gioca pericolosamente con tale ignoranza. Si gioca in modo scorretto. L'assioma secondo il quale non si debbano impedire migrazioni di entità simili a quelle degli ultimi anni ma anzi le si debba favorire è PURA FOLLIA. Non ha altro senso a meno che non si stia perseguendo una precisa strategia mirante a una nuova pulizia etnica applicata col metodo della sostituzione progressiva di una popolazione sull'altra, di una eradicazione dei principi economici culturali di certi popoli a favore di altri.
Io non sono d'accordo e lo affermo in modo netto: l'islam non mi piace e non lo voglio tra i piedi. Questa affermazione, grave me ne rendo conto, può avere un solo significato: tenere gli islamici lontano dall'Europa poichè non si può separare una fede come quella nell'islam dalle sue conseguenze civili e sociali. E' possibile sorvolare allegramente sulla realtà concreta di una società islamica come si vede chiaramente in tutte le realtà in cui questa religione domina il panorama umano? E' lecito negare che tutti i paesi islamici sono teocratici? Come posso da occidentale dimenticare la storia del mio continente, lo spirito culturale, religioso, politico di questo ultimo millennio, posso far finta che S. Francesco, Giotto, Michelangelo, Lutero, Voltaire, i roghi...mio padre e mia madre svaniscano perchè ci sono altre realtà più importanti e nuove? Rimescolare le carte in ossequio a tendenze e ideologie imposte da una pseudo cultura da web pilotate da un europeismo  a senso unico non fa per me. Non mi piacciono coloro che dopo decenni di lotta per la laicità dello stato  e dei cittadini, dopo prese di posizione durissime nei confronti del Vaticano e della idea cristiana di società, dopo anni di scrittura sulla liberazione femminile, non alzano un dito, non scrivono un rigo non cantano una canzone contro il mondo islamico ma invece scrivono in rete felici e beati del suicidio intellettuale verso cui stanno precipitando. O sono pazzi o sono ipocriti: li disprezzo in entrambi i casi.
Guardate per un attimo le coste dell'Africa settentrionale e della Turchia, osservate la posizione geografica di Grecia, Italia, Sicilia, Spagna, analizzate gli itinerari e i confini nazionali e pensate a chi vive dentro di essi. Questa è l'unica e seria cosa da fare prima di sparare giudizi etici e affrettati sui fatti degli ultimi dieci anni nel Mediterraneo; l'islam e non solo la sua povertà endemica si sta diffondendo a macchia d'olio sul vecchio continente.A chi giova? Al mondo femminile senz'altro no: qualcuno mi spieghi allora come mai è soprattutto il mondo femminile a appoggiare una simile causa. Le donne di cultura, con buone letture alle spalle, con una vita di sacrifici spesso misconosciuti, con un'idea chiara e forte della propria identità sociale e culturale NON PRONUNCIANO UNA SILLABA CHE SIA UNA contro lo scempio legalizzato che l'islam pratica sul mondo femminile! Una parola care blogger dei miei stivali su atti sociali che da noi si chiamano stupro, pedofilia, schiavitù etc etc e sui quali voi invece siete disposte a leggiadre giravolte pur di dimostrare che sì va bene così e bisogna comprendere. La cosa sconvolgente è la reazione che avete appena qualcuno/a ve lo fa notare: scandalo e acredine a gogò, puzza sotto il naso e ironia a un tanto al chilo. Tenetevi stretta questa idea, resto della mia e non intendo favorire in alcun modo la trasfusione di quel mondo nel mio per vederlo sparire entro i prossimi trentanni.

PUNTUALE LA SERA -

Quando arriva puntuale la sera io sfioro le superfici dei miei pensieri ad occhi chiusi per riconoscerli al tatto, per sentirli fluire, riconoscermi in essi e capire dove li ho traditi; non esiste palcoscenico adeguato a questo dietro le quinte, solo sussurri che giungono deformati dall’attesa e dal bisogno. Non vi serve, non mi aiuta, non fa scrivere.

sabato 10 aprile 2021

NICOLE -

Nicole, noi viviamo di illusioni! E’ un’illusione quella di credersi veramente in grado di scrivere, però dobbiamo crederci, onestamente crederci per poter continuare ad esprimere il nostro senso di vita. In realtà la blogosfera è piena di gente che possiede emozioni il problema è trasmetterle! Su questo punto in 7 anni ho visto cadere branchi di asini ma lo ritengo fisiologico…come lo scegliersi a naso e capirsi spesso per intuito. E’ una forma alta di amore.

venerdì 9 aprile 2021

DIETRO IL BLOG -

Al di qua del blog che voi leggete c’è un mondo che lascia di sè soltanto un riflesso lontanissimo di me e di voi; solo la musica che siede in un angolo della stanza quando si alza maestosa può regalare almeno un’idea di quanto è accaduto qua dentro. Ma molti di voi non l’ascoltano e non sapranno mai dove è andato a riposare per sempre il pensiero di me che scrivo.

mercoledì 7 aprile 2021

SENZA TITOLO -

C’è uno spazio aperto e, al di là di esso, altri territori che un giorno di molto tempo fa osservai da vicino: imparai che si trapassa da una stagione all’altra e che questo guscio che ho, cui sono così affezionato, dovrò lasciarlo per un altro e un altro ancora. Il bello è che per una inspiegabile magia ci scordiamo di essere esistiti in un certo modo appena entriamo in confidenza con la nuova situazione e quindi tutto ci appare vergine e misterioso. Ora no, ora sono ficcato dentro quest’abito da Enzo con i suoi pensieri e i suoi amori perduti, ora sono dentro questo blog che tra qualche istante sarà corroso dalla benevolenza, dalla curiosità o dal livore incoercibile di qualche passante.

martedì 6 aprile 2021

NON PER PARTITO PRESO -

Io NON amo la cultura occidentale che mi ha generato con i paraocchi e so bene quanti roghi si sono accesi nel vecchio continente dal medioevo in poi: non voglio ritornare a quella stagione dell’umanità, voglio leggere tutto e di tutto, voglio continuare ad ascoltare la musica del vecchio e del nuovo continente, voglio ammirare senza vergogna i maestri del rinascimento italiano, commuovermi davanti ad un Tiziano o un Raffaello o un Caravaggio o davanti ad un cupola del Bernini. Voglio che il frutto dell’intelletto umano che ha prosperato e si è diffuso su questo mondo continui ad illuminarlo e non accetterò mai per convenienza politica o ideologica il mercimonio e la sudditanza nei confronti di altre culture. Io rispetto non per partito preso ma per analisi e riflessione. La convenienza non ha mai fatto per me sui blog e fuori.

SALINA

“Se vogliamo che tutto rimanga com’e’, bisogna che tutto cambi!”. 
Era scritto così e son trascorsi 50 anni ma la mia città sembra senza memoria: le strade, i palazzi e la vita che vi scorre dentro, tutto apparentemente slegato da un passato ogni giorno più lontano. Misconosciuto. Palermo vuole dimenticare, brucia le sue stagioni e lascia che i frammenti della sua storia millenaria restino sparsi in giro tra i vicoli, le piazze, il mare il cielo e le chiese: li raccolga chi vuole e ne faccia ricordo se vuole, storia se può, ma non per gli abitanti. Essi non sanno o fanno perfettamente finta di non sapere, trascendono e corrono via come chi troppo ha avuto e naturalmente tutto spreca. Sono arrivato qui nel pomeriggio silenzioso di questa giornata di festa con la testa e gli occhi pieni di immagini di uno stato, una repubblica cui vorrei essere più affezionato ma non sono sicuro di riuscire a rappresentare il distacco, il vuoto in cui risuonano i miei passi in questa piazza Croce dei Vespri di fianco al convento di S. Anna. 
Vi sono molti luoghi in quest’isola che respirano l’aria di eventi letterari; luoghi che altrove sarebbero “abbelliti” e rispettati come fulcro di un’esperienza artistica e umana fuori dal comune. Penso a certe strade di Siracusa per Elio Vittorini o di Modica per Salvatore Quasimodo, a certi cieli sopra Marzameni o Catania per Vitaliano Brancati, a certi orizzonti dinanzi alla valle dei templi di Agrigento per Luigi Pirandello. Qui davanti alla facciata di palazzo Ganci è normale pensare alla sintassi esemplare di un libro che è stato un caso letterario famoso: la fama e il successo planetario postumi, la stessa logica culturale sociale dell’intera città, Palermo non si cura di sè nemmeno nei suoi rappresentanti istituzionali, la capitale non ha memoria pare che non ami e lascia che il tempo la divori. Nel novembre del 1958 usciva postumo “Il Gattopardo” e agli inizi degli anni 60 Luchino Visconti ne traeva un’interpretazione cinematografica che resterà un “cult” del cinema mondiale. Non c’è gloria visibile in quest’angolo del centro storico di Palermo: il palazzo come il libro e, per certi versi il film, è ricoperto da un oblio lento e inesorabile. Lo stesso che percepiva come ineluttabile il principe Salina durante il ballo a palazzo Ponteleone. Qui fu girata la scena memorabile del ballo col valzer inedito di Verdi, gli stucchi, gli specchi e l’immensa sala pavimentata con ceramiche di Caltagirone. E’ tutto come allora, dentro il palazzo: la principessa Carine Vanni Mantegna può ancora spalancare la porta su una sala piena solo di echi lontani perché, è curioso, ma la lettura e la visione di questi luoghi ha un senso compiuto solo attraverso una comprensione storico sociale attenta di ciò che fu ed è. Evidentemente lo snobismo altero dei gattopardi siciliani riesce ancora a isolare in un perfetto riserbo i visi e le idee, l’aria e lo spirito della loro indolente sicilianità. Nessuna parola renderà mai il senso del bello e dell’inutile che trasuda da questi ambienti. Burt Lancaster, il principe Salina, se ne era impregnato per mesi, ospite di quell’alta società palermitana che fece poi da comparsa nel film per evitare di perder tempo, come volle Visconti, a insegnare il perfetto baciamano agli attori. E tutto insieme il palazzo, i suoi arazzi e i suoi splendori stanno qui in un’atmosfera rarefatta che io non riesco in nessun modo a far combaciare col resto di questa giornata. C’è un’asincronia culturale profonda tra il mio sud che si affaccia su piazza dei Vespri e l’Italia di piazza Montecitorio e quella ancora della Milano di Belusconi e Salvini. Ma probabilmente sono io ad essere fuori tempo e fuori luogo: a chi può importare del 1860, di Garibaldi e di palazzo Ganci? Sto lì, fermo a farmi divorare dai miei pensieri, in fondo sono tornato in questi luoghi per tale motivo. Una turista mi chiede con la piantina in mano: 
- piazza S. Anna? - E’ francese dall’accento; 
- Sì madame è questa, se cerca la galleria d’arte moderna è proprio lì alle sue spalle - La signora annuisce ma, un po’ interdetta, guarda il palazzo… 
- E’ palazzo Ganci…Visconti, il Gattopardo…ricorda? - 
Sì, sta ricordando, ha una strana luce negli occhi, chiama il marito,
- Paul, Paul, vien, ici, ici-. La saluto: buona permanenza a Palermo madame. Qui tutto cambia perché nulla cambi veramente.

lunedì 5 aprile 2021

DUBBI -

Mi chiedo oggi se riuscirò a vedere la prossima primavera, se avrò gli occhi giusti per vederla intendo e se uscirò dall’inverno di questa mia parte di vita. La colpa è dei bilanci mandati in soffitta e non al macero. Distrutti, probabilmente avrebbero fatto meno male ma avrei avuto addosso quelli nuovi che si formano man mano. Non sono poi migliori. Anelo ad un resto di esistenza silenzioso e minimale, che io riesca a rimettermi in sella è risibile; gli ultimi anni senza scosse, senza luci della ribalta, senza pretese normali di miglioramento…senza amore?

domenica 4 aprile 2021

Questa è per Giulia che non c’è più


I MIEI TERRITORI-

A CAVALLO NEL PARCO DELLE MADONIE

Mi è sempre piaciuto attraversare i miei territori, osservarne i movimenti e controllarne gli attori. Con un certo distacco però, senza influenzarne troppo le dinamiche naturali. Là dietro c’è la mia infanzia protetta e felice, immemore dei casini futuri, e appresso l’adolescenza più inquieta che mai in un mondo che cambiava cento volte al giorno. Ora nessuna di queste due cose mi fa male, ora stanno lì, allegre o furibonde, belle a vedersi ma concluse in se stesse… molti altri frammenti di vita hanno avuto lo stesso destino, dopo la nascita e lo sviluppo non sono morti ma girano su se stessi cristallizzati.

sabato 3 aprile 2021

LA NOSTRA OMBRA -

Non siamo noi è il mondo che si agita per la nostra assenza, adesso abbiamo riempito il vuoto ma lui ci aspetta negli altri amori, quelli riusciti male, non amati, sciupati. Non siamo noi, troppo leggeri e perfetti per far vela al vento che sale dal mare. Non siamo noi, la nostra ombra si aggira ancora qua mentre andiamo via.

venerdì 2 aprile 2021

IN SALOTTO -

Nel silenzio placido delle cose familiari sentivo le innumerevoli ore trascorse ad inseguire i miei sogni segreti. Tutti quei libri di fronte a me sembravano un folto pubblico assiepato nell'arena della mia vita. Essi avevano già chiaramente espresso la loro opinione: ero certamente un idiota. Masticavo le giornate lentamente, ma esse erano prive di gusto: grossi ciottoli levigati tutti uguali gli uni agli altri, rotolavano tra la libreria e le strade di Palermo. Sapevo cosa facevo e dove mi trovavo: il bagaglio storico e personale dei luoghi che attraversavo mi era ancora perfettamente noto, ma io non lasciavo traccia di me stesso nel mio animo. Ero diventato un libro stucchevole riletto senza voglia. Le rare volte in cui ponevo attenzione alla mia condizione esistenziale, quelle dove non arrivava l'onda del grande sonno, la mia spinta vitale non superava un cupo fatalismo e una rabbia sorda e inutile.

giovedì 1 aprile 2021

I COMMENTI -

I commenti sono un blog. Sono anche l’eternità del post quando esso merita di vivere. Però i commenti sono un gesto d’amore e l’amore è intellettualmente esclusivo nel momento in cui lo pensi, definitivo e terribile appena lo hai scritto. Quindi commentare seriamente è trasgressivo e induce la gente ad odiare il miracolo che si crea tra il post e quel commento.