giovedì 30 gennaio 2025

Ungaretti a quattordici anni, quasi di nascosto chissà poi perchè. Ma dirlo ai ragazzi del pallone non era proprio il caso, io avevo una grande biblioteca a casa loro no e in più ero siciliano, dir loro di Ungaretti sarebbe stata l'occasione per alimentare un rancore subdolo che io non avrei saputo gestire. Negli anni a venire ci furono poi Pessoa, Emily Dickinson, Garcia Lorca, Neruda; attorno ai sedici diciassette anni causa innamoramento e società spuntarono Wystan Auden e Edgard Lee Master (complice un De Andrè favoloso). Non ha nessuna importanza dire qui di tutti gli altri ma ci sono stati e ci sono, forti e immanenti, la poesia mi ha trasfigurato l'anima e ancora oggi se leggo Montale o Sylvia Plath vado in luoghi di cui non ho mai scritto. Vorrei farlo, vorrei tanto che fosse questa la mia ultima fatica, il mio cerchio chiuso. Scrivere di poesie, riproporle e raccontare i loro autori perchè dicendo di loro finalmente parlerei di me in modo nuovo e più adeguato alla mia essenza. Vedete? Il blog è qui, terminato e placido, per certi versi lontano e definito. C’è uno spazio aperto e, al di là di esso, altri territori che un giorno di molto tempo fa osservai da vicino: imparai che si trapassa da una stagione all’altra e che questo guscio che ho, cui sono così affezionato, dovrò lasciarlo per un altro e un altro ancora. Il bello è che per una inspiegabile magia ci scordiamo di essere esistiti in un certo modo appena entriamo in confidenza con la nuova situazione e quindi tutto ci appare vergine e misterioso. Ora no, ora sono ficcato dentro quest’abito da Enzo con i suoi pensieri e i suoi amori perduti, ora sono dentro questo blog che tra qualche istante sarà corroso dalla benevolenza, dalla curiosità o dal livore incoercibile di qualche passante.

Nessun commento:

Posta un commento

La moderazione è stata eliminata , ciò significa che lascio passare qualsiasi cosa anche se non corrisponde al mio pensiero.