Appartengo ad altro
Le mie fibre tessute altrove
Mi esclude da qui il mio resto
antico
Appartengo alle suppellettili scomparse
della casa di mia nonna
A quelle scale di paese
All’odore d’ombra
mentre fuori impazza il sole
Appartengo a un sogno spezzato
A un ricordo malinconico
e feroce
Appartengo allo sguardo complice
di mia madre
alla sintassi che mi insegnò bambino
Alle rondini d’estate in terrazza
sul profilo del mare
Al silenzio dello scirocco appartengo
Ai suoi mille motivi
Alla sua consapevolezza in ritardo
Appartengo per diventare apolide oggi
estraneo domani
Appartengo alle note di un pianoforte
in salotto
ai solchi di un disco in camera mia
Anche tenendo saldi in mano
I fili di un tempo andato
la mia appartenenza mi ha escluso
definitivamente
Non vi appartengo
e non mi basto più.
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