lunedì 3 febbraio 2025

Grazie a tutti quelli che anche solo per un momento hanno posato lo sguardo qui ricordatevi di me senza astio, amate la scrittura e la vita uccidete le ideologie e i luoghi comuni. Se attraverserete lo stretto e annuserete il senso della mia terra io sarò lì sarò ancora vivo. Il marasma grezzo e spinoso di questi anni negati alla verità e dedicato invece alle bugie fanta commerciali di spread, ideologie, insulti e strategie mondiali, crollerà su se stesso. Si rivelerà per ciò che veramente è: una fantastica e ridicola presa in giro. Saremo già morti o risuscitati, non importa, saremo davanti all’abisso che ci governa da sempre e con esso finalmente ci confronteremo. Saranno l’amore, la poesia, l’aria e l’acqua di cui siamo fatti a sostenerci davanti al tribunale dei nostri giorni perenni, e sarà bellissimo e giusto riconoscerci nel segno antico e profondo della nostra vera essenza. La nostra è una storia d’amore signori, ma a volte ci sono tutte le stelle del mondo che ci remano contro. Dovrebbe essere come in certi film, in cui lui guarda lei in silenzio, lei abbassa lo sguardo per un attimo e, il fotogramma dopo, si ritrovano in un’isola sperduta che passeggiano su un pontile andando incontro al tramonto. Come nei film. Il resto sono sciocchezze. Ho letto tempo fa che l’amore è matematica: sbagli l’equazione e il risultato non torna più. Oltre un certo confine, dove gli alberi si fanno radi e il silenzio non è più lo stesso, oltre la normale conoscenza con i suoi confortevoli limiti che parlano di senilità, c’è un altro territorio vastissimo e libero. Nei suoi cieli si muovono le cose e le persone che ho amato di più nella mia vita, non chiedono conferme, non temono confronti, non giudicano, esistono per sempre, fuori dalle parole e da questo tempo che divora il tempo. Arrivare lì è l’inizio del vero viaggio. Guarda i miei geroglifici, avverti il sapore della inutilità. Questa notte come le altre in fila ad attendere un'altra vita e un altro senso. Dopo aver scritto penso sempre che a queste righe non ne potranno seguire altre, che queste righe siano totali e intoccabili, sintesi perfetta della fine e del nuovo inizio: una clessidra e noi polvere là dentro. Questo mi uccide, questo è appunto l’ombra del silenzio per il quale non c’è descrizione possibile. Ho provato a pensare di aver scritto ieri o l'altro ieri, poi mi sono perso nell'oggi. Ho ucciso il tempo ma esso mi insegue: questo è il suo epitaffio. Quando arriva puntuale la sera io sfioro le superfici dei miei pensieri ad occhi chiusi per riconoscerli al tatto, per sentirli fluire, riconoscermi in essi e capire dove li ho traditi; non esiste palcoscenico adeguato a questo dietro le quinte, solo sussurri che giungono deformati dall’attesa e dal bisogno. Non vi serve, non mi aiuta, non fa scrivere. Qui il tempo ha una valenza diversa, qui un anno ne vale dieci e se te ne vai è quasi scontato che di te e della tua opera nessuno dopo un po' si ricorderà; svaniremo tutti senza remissione. Così posticipare le pubblicazioni dei miei post in un futuro o comunque togliere alle date di pubblicazione qualsiasi valore reale significa disorientare e perdere tutti i contatti e far sì che nessuno ricordi cosa avevi scritto, l'oblio nella sua accezione più perfetta! Questo è il mio tempo sospeso.

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