A sud verso Ortigia, Trent’anni dopo - C’è sempre un cammino privato anche in un atto pubblico come quello di pubblicare uno scritto in rete. Io ero là, su quella banchina quella sera quell’anno, il desiderio di completezza, di riunirsi alla propria intimità era una musica che suonava dentro, io la percepivo bene ma dirlo fuori era improponibile…anche adesso mi appare difficile. Il pensiero di quella sera se ne andò verso sud: credeva di trovare il suo ultimo approdo là dove aveva sognato una vita diversa per l’ultima volta. Trovò solo altro mare e un piccolo gruppo di amici a salutarlo per il suo prossimo viaggio. Aleggia da quelle parti, mi aspetta lì, sa che arriverò e ce ne andremo assieme, io lui e i nostri sogni, così come siamo nati. Mi calmo lentamente e già è quasi sera: Angelina ha ragione non mi accorgo del tempo quando sono laggiù sottacqua. Non so dove comincia il mare e dove iniziano le donne e l’amore, non so nemmeno se esistono confini così netti. Uno dei ricordi più forti di quella stagione della mia vita era il senso di unitarietà. Una meraviglia! La vita, il sesso, il mare, certe sere a parlar di niente sotto le stelle… le stelle, un oceano di stelle come le puoi vedere solo in luoghi poco abitati e con pochissima luce artificiale. Io ero lì dentro, non chiudo mai la porta all’universo spero sempre di potervi rientrare ogni volta che scappo da questa dimensione di vita. Stasera le dirò che l’amo e ci sarà una luna che poi scomparirà per lasciare spazio a un oceano di stelle; il profumo del timo e del ginepro si fonderà con la sua pelle di donna e sarà bella e misteriosa come il mare scuro che ci circonda ovunque. Non faremo all’amore perché sarò troppo emozionato ma lei se ne accorgerà da un piccolo tremore mentre la bacio; mi spingerà il viso verso l’alto e mi chiederà… e io glielo dirò che ho incontrato il mare e finalmente lei tutta presa mi dirà: racconta.
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