Saranno
più lente
o
più veloci le mie stelle
stanotte
quando
cadranno?
A
quale divinità racconteranno
Il
mio stupido enumerare
le
date, i ricordi
i
tramonti?
Immergerò
l’indice nel velluto nero
senza
sapere se sia acqua
o
vento
senza
conoscere nulla
senza
chiedere sentieri più brevi.
Sto
qui sull’uscio della notte
Per
carpire la prima eco
della
sua sottana di seta
strusciata
sul mio viso.
Tremo
di piacere al suo
passaggio
ma è un piacere
solitario,
svanirà
con me.
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