In Sicilia c’è una vecchia gag popolare che calza a pennello per descrivere certi personaggi: il tipo che passa anni a vantarsi di voler "corcare" qualcuno ("lo distruggo a botte"), ma quando finalmente la vittima si stanca e lo affronta, lui si aggrappa disperato a un amico urlando "Lassami! Lassami! Se mi lasci lo distruggo!".
È la caricatura del vigliacco che provoca e poi, alla resa dei conti, recita il ruolo della vittima.
Ebbene, Khamenei oggi è l’incarnazione perfetta di quel personaggio. Per decenni l’Iran ha finanziato Hamas, armato Hezbollah, riempito Gaza e il Libano di missili, minacciato Israele di annientamento, e sostenuto ogni gruppo terrorista disposto a destabilizzare il Medio Oriente. Ora che Gerusalemme ha detto "basta" e risponde colpo su colpo, il Rais si aggrappa alla comunità internazionale urlando "Lassami!" – come se l’aggressore fosse improvvisamente l’aggredito.
E il peggio? Che ha uno stuolo di tifosi pronti a credergli: giornalisti che parlano di "proporzionalità" mentre ignorano anni di attacchi iraniani, pacifisti da salotto che condannano la legittima difesa di Israele ma non le stragi di Hamas, e leader occidentali che trattano Khamenei come un interlocutore serio, non come il mandante di milizie che usano bambini come scudi umani.
Aldo, il nostro amico siciliano, almeno lo faceva per ridere. Khamenei lo fa con il sangue freddo di chi sa che, in un mondo dove la propaganda conta più dei fatti, basta urlare "Lassami!" abbastanza forte per far dimenticare chi ha davvero iniziato la rissa.
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