Affermare che nel mio blog è presente la gran parte del mio mondo non è una battuta: chi mi legge mi legge dentro; è un rischio ( non calcolato) ma è così. La scomparsa dell'autore non implica quella del suo mondo intellettuale ma oggi al netto di qualsiasi discussione finalmente io sono fuori discussione. Non ci sono riuscito con pervicace volontà, figuriamoci se ne ero capace, è accaduto in modo fisiologico: così un momento prima di decidere una chiusura programmata mi è arrivata dalla vita una comunicazione di “fine corsa”.
Francamente credo che il cammino sia segnato e in fondo non mi dispiace, scrivo e mi incazzo mille volte al giorno, ho un nodo qui dentro che si scioglie solo così compulsivamente per un breve istante davanti alla fila ordinata di questi segni neri su fondo bianco.
Io sono stanco di discorsi memorabili, di contorsioni storiche per adeguare il proposito enunciato alla sua mancata attuazione. Sono stanco di questo paese e di molti suoi orpelli (anche la blogosfera lo sta diventando) sono stufo e nauseato anche di aver scritto quello che state leggendo. Io non ho praticamente più nulla cui attaccarmi ma non so come, rimango italiano: così come leggete, senza una vera speranza, con una tastiera, la lingua che conosco e tutto il resto. Sarò franco: per questa Repubblica ho ormai un interesse molto limitato, è andato progressivamente decrescendo negli ultimi 20 anni e recentemente si è ulteriormente ridotto.
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