giovedì 19 giugno 2025

taccuino ritrovato 2- si nasce così

Esiste di fatto il dramma della comunicazione accoppiato a quella specie di questua che facciamo commentandoci fra noi. Ti scrivo- scrivimi- se non mi scrivi non ti scrivo- E se ti leggessi a lungo? Se leggessi le tue righe e ritenessi che sono perfette così come le hai scritte e per tale motivo bastasse solo un - Ho letto! Arriverai qui solo per un mio timido ma serissimo invito o per un caso fortuito, il resto è tutto da definire. 
Con la solitudine interiore ci si nasce e l'abbiamo tutti ma non tutti la riconoscono o la ammettono come tale; dipende dall'indole propria e dalle vicessitudini nostre. Vi sono esseri poi che avvertono il silenzio della vita "altra" anche nel frastuono falso della quotidianità e questo è spesso letale se si è diventati troppo fragili. E' il mio caso: solitudine dentro e fuori...anche con chi dovrebbe starmi vicino e non ci riesce. Perchè non capisce o non vuole? Le distanze culturali in senso stretto e lato sono micidiali, la comunicazione fallace, l'amore che è intima gioia e condivisione appare sempre più lontano e improbabile. Tutti abbiamo timori anche chi sembra un guerriero senza macchia ne paura ed io non so se queste righe possono aiutarvi nelle scelte. Ieri sono stato male da morire ma per altri motivi, oggi mi lecco le ferite. Temo lascino altre cicatrici.

mercoledì 18 giugno 2025

Il buio e la luce

I testi sono tutti strettamente personali e c’è il copyright. Li ho scritti negli ultimi 40 anni, adesso dormono qui. Non ho altro modo di farveli conoscere se non comunicandovelo presso i vostri blog: spero perdonerete la laconicità del tutto ma io leggo con grande attenzione ma non commento quasi mai. In questo luogo non c’è moderazione sui commenti non ho istinti censori così elevati ma l’esperienza maturata in questi ani in rete mi ha indotto a “proteggermi” in qualche modo dalla stupidità e dalla protervia della rete. Adesso in un contesto di assoluta solitudine inserire la moderazione non ha più senso: me la canto e me la suono da solo.

martedì 17 giugno 2025

taccuino ritrovato 3

Non scrivo di politica ma la conosco bene, non scrivo di storia perchè ho la sensazione che in rete la conoscano pochissimi e che non interessi a nessuno, meglio raccontare ad libitum le proprie fornicazioni sessuali, domestiche, lavorative (tranquilli signori miei manca poco e di lavorativo resterà quasi niente con buona pace di Mattarella e Conte e compiacimento di altri di cui non conosciamo nemmeno il nome). 
Idioti! Siamo una banda di idioti governati da una oligarchia di curiosissimi semidei intenti solo a conservare il loro Olimpo. Noi d'altro canto siamo bravissimi nell'aiutarli; i latini dicevano " divide et impera", così passiamo il tempo a litigare tra noi a sbatterci in faccia le nostre mal coltivate ideologie come merluzzi puzzolenti, lo facciamo tutti me compreso, lo fanno anche i guru di destra di sinistra di lato e di sotto. QUELLI DI SOPRA ci guardano e ridono. Di cosa dovrei scrivere oggi? Certamente di politica o di libertà di stampa. Di storia, di poesia… quale? Di una storia raccontata da sempre ad uso e consumo di una parte, una poesia che invece di volare sopra si perde nei vicoli di una sintassi scontata? Di quale politica? Quella che ha perso tutti i punti di riferimento e perpetua se stessa nei modi e nei tempi di sempre? Quella che non usa il compromesso lecito ma sfrutta il potere di esserci nel modo più bieco? La libertà di stampa ad uso e consumo di una parte pronta, al momento opportuno, a rinnegare il ciclostile da cui è nata e negare, negare fino alla nausea tutto, parole, fatti, storia…persone? 
Il contatto continuo con persone cui è possibile solo concedere un falso apprezzamento stando ben attenti a non commettere nemmeno il più piccolo errore di battitura, a non mostrare mai le radici del proprio pensiero e della propria vita. I blog come diari virtuali ingessati dalla prepotenza altrui, la necessità assoluta di restare dentro i binari che altri hanno posato per far correre le nostre parole. Quello che sogno è di poter tornare ad amare il sogno. Sono diventato insopportabile? A volte credo di sì , sento il peso di un trascinamento incomprensibile e lacerante. Ma esiste anche la coscienza di non aver detto abbastanza, non nel modo giusto. Non legge più nessuno! Le righe ammesse dal nuovo galateo sono poche, sui Social ancora meno; devi far finta di dire in un flash rimandando a improbabili approfondimenti la piena comprensione della tua opinione. 
Stanno scomparendo sintassi, grammatica e punteggiatura, appresso a loro se ne vanno anche la civiltà del dire e pensare, sono i nuovi passeggeri degli elicotteri che faranno la spola tra la tristezza di viverci così e un nuovo ordine nel quale io per fortuna vivrò per poco tempo. L’incomprensione nasce dalla confusione, professore, siamo noi, gli oggetti del potere, a non riuscire a fissare alcun concetto… il potere ha le idee chiarissime. Quando si deve cercare la quadratura del cerchio non si ottiene nè il cerchio nè il quadrato: definire lingua un tweet oppure definire letteratura quella di fb mi sembra realmente una forzatura. Spesso la definizione “lingua” non è adeguata nemmeno a quella molto più seria dei blog. Non mi ritengo maldestro nell’uso di questo mezzo, se voglio posso farne anche quello che voi non immaginate, solo che non voglio perchè così il mezzo non mi rappresenterebbe più. Qui scrive Enzo e il blog deve rassomigliarli, non funziona per me al contrario, nemmeno sintatticamente e linguisticamente. Conosco almeno una decina di persone amici miei che potrebbero gestire un blog in maniera semplicemente perfetta, che scrivono molto meglio di me, che hanno da dire molte più cose di me ai quali l’idea di stare sul web non passa nemmeno per la testa. So di essere un privato che si spoglia in pubblico, so che la nudità intellettuale è la più ambita e la più difficile da sostenere. Ma non fa niente: io scrivo lo stesso. 
All’inizio non la cerchi, non la vuoi e te la senti lo stesso sulle spalle: sta lì, sale e scende, ogni tanto ci discuti anche. Quando il modo cambia non te ne accorgi quasi mai perchè è un gesto subdolo e lento, possono trascorrere anni e tu ci sei dentro, parli con te stesso e credi di farlo con altri ma giri in tondo. E ti abitui a considerare il rumore di fondo della vita che ti scorre accanto come un’articolata discussione; invece è solitudine e si è impossessata di te. Gli spazi che cerco hanno un timbro inconfondibile: mi attraversano e ricompongono le mie fibre ad un nuovo avvenire. Sono i latifondi dell’anima.

lunedì 16 giugno 2025

Ho smesso di scrivere in rete, tutti i blog aperti e visibili hanno un filtro strettissimo oppure sono "dedicati" a pochissime persone: non è questo il modo di fare blog, lo so, lo sai. Quando accade di buttar giù qualcosa di nuovo è sempre a a causa di un evento eccezionale, di un interlocutore particolare.. in quel caso invece di scrivere un post personale mio scrivo un commento o una risposta. Tutto resta per fortuna confinato in un grande riserbo senza strilli, polemiche sciocche, sottintesi pruriginosi e minchiate di questo tipo. Tutto somiglia di più ad un libro e al cartaceo da cui naturalmente sono nato. I linguaggi corporei sono diversi vivaddio, i flussi ormonali anche, le dinamiche mentali a volte viaggiano a distanze stellari, tuttavia l'universo ci comprende tutti, la distanza in questa logica non conta e se non ci fosse non ci sarebbe vita. Dobbiamo considerarlo sempre e per sempre: è una sfida, una guerra, una ricerca inutile, una battaglia persa? E' una curva affascinante la cui risposta non avremo mai. Ma possiamo scriverne uomini e donne e questo è veramente il segreto. Quando dopo altre vite sono tornato al campo lungo e ho lasciato da parte lo zoom ho visto un’altra immagine: ho visto che l’amore comunque mi sorrideva bellissimo e ingiusto nella sua dimensione aliena al tempo e alle mode. In campo lungo l’amore non finisce mai, è come se ci fosse sempre stato ed io nuoto dentro il mare in cui mi tuffai tanto tempo fa cosciente che vi annegherò, consapevole, dentro. La nostra vita inciampa quando ne incontra un'altra pregnante all'improvviso. E te ne rendi conto subito. La caduta è un abbandono magico all'inizio, può diventare una frattura insanabile dopo. In ogni caso non la potrai dimenticare. Il caso dirige il tutto ma esistono anche margini di intervento personali: puoi usarli o farti trasportare dagli eventi ma non esiste modo di conoscerne l'epilogo ( per fortuna). Il filo rosso di cui parliamo esiste, non tutti lo afferrano... Molti lo temono... Altri preferiscono viverci ai margini. Ma il filo se lo prendi dà sempre un senso vero all'esistenza. Non c'è un do ut des in questi casi, c'è solo un'esaltazione, un rammarico, un feroce ricordo, un segno indelebile con il quale fare i conti, l'anima che fugge ti strappa comunque una parte di te... Non potrebbe essere altrimenti ma siamo veramente disposti a farne a meno a priori? Questa è la mia esperienza e ad essa debbo ciò che sono. Io non ho voluto niente, ho seguito il mio istinto, la mia natura che mi ha condotto a te. Spero solo che la scrittura almeno con te mi salvi dal caos in cui rischio di precipitare. E certamente sono molto più fragile di ieri, prima avevo ancora un minimo di buona fiducia nel tempo semplicemente perchè c'era ancora tempo! Ora non più, ora sono in una gabbia stretta, restarci dentro per sopravvivere stancamente oppure rompere le sbarre e andare a morire altrove. La solitudine resterebbe la stessa. Perchè non esiste una connessione diretta e immediata tra la mia testa e la mia mano che scrive, qualcosa su cui tu poggiandoci sopra il viso possa sentire tutto, proprio tutto. Ti invio una musica, la canzone che sto ascoltando ora, il sentimento di adesso. Domani è troppo oltre, domani non esiste più da anni.

sabato 14 giugno 2025

taccuino ritrovato 1- recite di vita

La solitudine resta com’è, scritta o cantata non perde l’abito che le è proprio. Lei sta lì entra e esce da questo spazio o da altri: mi possiede. Certe volte penso che era già accanto a me quella sera di febbraio quando mi sedetti in sala e le luci del grande teatro pian piano di abbassarono per lasciare spazio all’orchestra. Siamo stati una generazione sui generis: in bilico su uno spartiacque affilato, quello che aveva impiegato secoli per mutare in tutti i campi adesso arrivava con una progressione stupefacente. Non eravamo preparati, in tutti i sensi, l’unico mezzo per sopravvivere era assumere l’atteggiamento spocchioso e arrogante che tanto ci rendeva lontani da chi ci aveva preceduto. Era solo una recita: costruita ad arte e pasciuta nel tempo da una auto referenzialità grandissima. Avemmo tutto, distruggemmo tutto con sublime superficialità. Tirammo su le gonne alle ragazze, avemmo il permesso di scoprire con grande facilità il loro nido segreto e loro ci ricambiarono con la monarchia assoluta della gestione del loro corpo e della loro vita, non ci conveniva ma prendere o lasciare. Prendemmo. Spazzammo via senza esitazione secoli di etica, società, convenienze sociali e religiose, un revisionismo profondo e crudele, cinico e in fondo falso, avemmo tutto e da questa situazione traemmo la convinzione sciagurata di avere diritto a tutto. Non ci è restato niente! L’ignoranza vera o presunta aiuta a vivere e a morire con sublime leggerezza. Non altro.

venerdì 13 giugno 2025

MACIGNI


Tutti quelli della mia generazione sono diventati dei macigni, i migliori delle pietre rotolanti e come tali destinati a schiantarsi giù in fondo; rotolando abbiamo attraversato quasi tutto l’attraversabile e di fatto ci siamo allontanati da ogni cosa.

mercoledì 11 giugno 2025

SEMPRE A META'

 Le parole sempre a metà

eco
di sentimenti interi

Nessuna
possibilità di regalarli

interi.

Una
prigionia senza fine e senza

speranza.

Hai
intravisto il panorama completo

per
caso o intuito

non
è un binario inventato

tra
gli alberi delle nostre vite

ormai
distanti

Non
c’è pace per gli amori mancati

sospesi

C’è
solo questa pace stantia

Paradossale
surrogato

della
sorpresa più grande

della
mia vita

 

domenica 8 giugno 2025

Ciao domenica

Una cosa l’ho certamente capita: il tempo è un bastardo falso e crudele, ci imbroglia dandoci impressioni false su di sè, lasciandoci credere che si è concesso molto o molto poco e facendoci prendere cantonate tremende. Io penso che per camminarci dentro sia necessario recuperare una nostra misura, attenta e seria, una capacità di valutare senza fasi sentimentalismi i nostri giorni ma ciò che conta veramente sono gli interlocutori. Vanno cercati per tutta la vita perché un tempo vuoto di stimoli, idee, emozioni, amori non è nella natura umana, noi apparteniamo ad altro, non siamo vegetali con un ciclo prefissato e finito, non siamo solo il tempo QUI e ORA. Siamo trascendenza e se capiamo il gioco del tempo, se esso ci turba è perché la sua dimensione l’abbiamo inventata noi, è relativa (senza scomodare il vecchio Albert), l’assoluto siamo noi con tutto il bene e il male. 
Ciao domenica, perchè ti nascondi sempre dietro il sabato? Quando la finirai di prendermi in giro? Dovrei scrivere un post enorme altrimenti dove la metto la mia vita? Ho capito, ho capito, lascio un po’ di cose in giro, rimasugli di me, frammenti che spiegano e poi ti lasciano a mezzo, non dovrebbe essere così ma così è. Non sono più da nessuna parte; questa domenica che domani mi lascerà innamorato deluso si ripresenterà prima o poi. 
- Non mi dai un bacio? 
- Ti amo 
- Io no 
- Non importa, non importa mai. Accidenti, perchè non importa mai? 
- Mi hai. Mi hai avuta. Non mi avrai mai più. Nessuno mi avrà mai più 
- E’ la cosa più bella che tu mi abbia mai detto 
- Scrivila allora. 
 Scritta!

sabato 7 giugno 2025

DIMENTICANZE -

Abbiamo dimenticato l’arte di ascoltare, l’acuzie del particolare, quello che ci è restata è la paura di pensare. Abbiamo molte buone scuse: la mancanza di armonia e la disabitudine all’immortalità dello spirito, così che oggi ascoltare e valutare meglio l’enorme mole di informazioni che ci circonda pare un esercizio impossibile.

giovedì 5 giugno 2025

SURREALE

E' quasi surreale ma in fondo organizzare le prossime centinaia di post in questo modo mi stuzzica molto. Io non ci sono più, quello che leggi è solo il riflesso virtuale di un'esistenza, la tecnologia permette questi scherzi strani, leggere su un social quello che è stato scritto prima e annullare l'esigenza di discuterne con l'autore. Egli è ormai totalmente libero altrove, non ha più alcun bisogno di solidarietà umana, non deve più controllare le sue eventuali risposte, non deve più fare nulla di ciò che gli irretito la vita prima. Egli è libero, scrisse, visse, adesso vive in altro modo e soprattutto non scrive più nessun post.