Se ami non fai l’amore, ce l’hai dentro e lo tiri fuori, non ti vedi mentre lo fai e quindi non hai nessuna pruriginosa fantasia sessuale. Non c’è sesso nell’amore ma solo sviluppi trascendentali di una nobiltà eterna che hai come patrimonio da spendere. E lo spendi male, sempre. Il concetto di piacere sessuale sta stretto dentro il mio amore: prima no, prima ci stava benissimo ma era un’ipotesi. Desiderio di seno, di pelle, di labbra: cerco di penetrarti con le parole e ti bevo con la mente. Sono trascorsi pochi istanti ma non posso più tornare indietro, è una tensione inarrestabile verso un orgasmo liberatorio; te ne sei accorta e ti sei riconosciuta, mi agganci con i tuoi occhi verdi, quasi febbricitanti, e non mi lasci più. Forse pensavi che tutto questo non fosse possibile, pensavo anch’io la stessa cosa prima di conoscerti. Ascoltami, ora, in un attimo, sta morendo il vecchio ragazzo che sapeva molte cose. Al suo posto sta nascendo un uomo nuovo, ignorante di tutto, ma curioso d’ogni cosa. Parlami, signorina, avvelenami un po’ alla volta: sta scomparendo tutto, gli oggetti e le persone intorno a noi. Saremo soli io e te fra poco, assolutamente soli. Quel che non sapevo è che la solitudine di noi mi avrebbe accompagnato per sempre.
Ho amato, profondamente e senza alcun ricambio: è l’unico modo per diventare uomini. Comprendere ad un certo punto della propria esistenza che ognuno è solo e che la fragranza di una donna è solo un meraviglioso dono fugace e non prevede appartenenze di sorta. Una ragazza è solo sua, mai apparterrà a nessuno: il legame sessuale è solo una parentesi che ha un senso in una dimensione di libertà. Più tardi mi innamorerò di un’altra donna fingendo di non riconoscerla poiché è sempre la stessa: le dirò” Sono qui, dai un senso alle cose che vedo, fa uscire la musica dai miei simulacri incantati ad immaginarti. Amami per nulla, per tutto, adesso così senza rendez vous, amami perché hai capito… o fingi, con un sorriso, che io sia ancora il ragazzo dai capelli rossi e gli occhi chiari che avresti potuto amare”. Penso che la magia iniziale resti indelebile, mutano altre cose; in realtà ciascuno di noi è impreparato all'incontro con il mistero che chiamiamo amore e quando ci attraversa dobbiamo cavalcare un uragano potente. Quel "noi" che vive l'innamoramento e l'amore non muore, resta per sempre a morderci il cuore ma l'altro che recita assieme a lei il copione della tragedia si "consuma" e illanguidisce nella quotidiana mediocrità ed è in questo confronto che l'idea dello splendore precedente ci uccide. Non so se sia un fatto genetico ingovernabile, non so come sia possibile elaborare in modo decente questo lutto, so però che il patrimonio enorme che abbiamo avuto tra le mani va difeso e custodito a qualsiasi costo perchè la bellezza e la luce esistono e ci guidano. Senza di esse noi siamo inutilmente vivi e altrettanto inutilmente morti.. Perdonate l'astrusità dei concetti ma costringere il metafisico dentro le parole umane cosa complicatissima é.
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